Campi News - N.13 Novembre 2022

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campi news 13

Carissimi,
vi presentiamo il numero di "Campi NEWS" di Novembre:
con le ultime novità del mese, informazioni su nuovi progetti, interviste e tanto altro!



EDITORIALE: LA FIDUCIA

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Atteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confidaAtteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confidanelle altrui o proprie possibilità, e chegeneralmente produce un sentimento disicurezza e tranquillità..

Sensazione di sicurezza basata sulla speranza o sulla stima riposta in qualcuno o qualcosa.Sensazione di sicurezza basata sulla speranza o sulla stima riposta in qualcuno o qualcosa.Come potremmo vivere senza la fiducia? Non si tratta di essere ottimisti o spensierati, ma di aver ben chiaro che solo basando le nostre relazionisulla fiducia possiamo vivere una prossimitàpositiva e orientata al futuro. La fiducia è profondamente legata alle relazioni interpersonali: comporta un camminare accanto, riconoscere le capacità dell’altro, senza nasconderne anche i limiti.riconoscere le capacità dell’altro, senza nasconderne anche i limiti.
È proprio la nostra fragilità, la consapevolezza dei nostri limiti che ci spinge a cercare l’altro, l’aiuto degli altri. Ed attraverso questa spinta, questo movimento “verso”, si creano e crescono le relazioni. Le relazioni creano legami, offrono supporto, rassicurano e alimentano la fiducia.Un circolo virtuoso. Avere legami, significa poter contare su qualcuno che crede in noi, e che quandoabbiamo paura ci aiuta a superarla.  Vincere la paura, vuol dire mettersi in moto, attivarsi.

Ma cosa c’entra questo con Campi d’Arte?

Tutta la nostra attività, la nostra azione educativa è basata sull’accompagnare le persone che incontriamo a ritrovare fiducia in sé è stessi, attraverso le relazioni che costruiamo con loro, e che invitiamo a costruire o ricostruire con gli altri.Tutta la nostra attività, la nostra azione educativa è basata sull’accompagnare le persone che incontriamo a ritrovare fiducia in sé è stessi, attraverso le relazioni che costruiamo con loro, e che invitiamo a costruire o ricostruire con gli altri.Educare significa “preparare a vivere” e l’Educare avviene attraverso l’affetto, il prendersi cura, lo stare accanto. È questione di gesti, di comportamenti, non di sole parole o di “ragione”, ma di strada fatta assieme. E sulla strada si incontrano le fatiche, le paure che si imparano a superare grazie alla fiducia che viene riposta in ciascuno di noi. Questo conta: qualcuno che vede in noi anche quello che noi in certi momenti non riusciamo a vedere.Uno sguardo che porta più in là di dove siamo ora, che qualcuno ci mostra e grazie al quale anche noi impariamo a vedere quel “più in là”, superando la paura di non farcela.  Sono diversi gli articoli che in questo numero parlano di questo: paure che vengono superate grazie alla fiducia che qualcuno ha riposto in noi, sogni che vengono realizzati, difficoltà che impariamo ad affrontare. E soprattutto che ci confermano quanto sia importante continuare a lavorare per costruire comunità in cui ciascuno di noi viva con fiducia l’esperienza della prossimità. È essere legati agli altri che ci fa vivere: l’affetto, il legame, IL FARE INSIEME. Una bellissima frase di Papa Francesco dice “la vita è l’arte dell’incontro”, e allora avanti, campiamo di questa arte!

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WHITE la cena è servita

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Il 28 luglio serata strepitosa…a “WHITE - San Pietro in Casale si tinge di bianco”: location magnifica ottimo cibo, buona musica e tanto divertimento…una serata davvero unica! Una cena a tema BIANCO, nella cornice di Piazza dei Martiri nel centro di San Pietro in Casale, evento conclusivo di Aemiliana 2022.

Non possiamo fare altro che ringraziare di CUORE tutti coloro che si sono spesi per organizzare questa bellissima iniziativa, il cui ricavato ha sostenuto il sogno di Jo e la realtà della nostra Cooperativa Sociale! Per noi è molto importante sentirci parte sul territorio e questo gesto generoso per noi significa davvero molto.Non possiamo fare altro che ringraziare di CUORE tutti coloro che si sono spesi per organizzare questa bellissima iniziativa, il cui ricavato ha sostenuto il sogno di Jo e la realtà della nostra Cooperativa Sociale! Per noi è molto importante sentirci parte sul territorio e questo gesto generoso per noi significa davvero molto.
E’ stata inoltre un’occasione per passare una serata conviviale e condividere momenti insieme come il racconto del “sogno di Jo” e le attività principali della nostra Cooperativa Sociale.

 


 

Giornata di poesia

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Sabato 16 Luglio 2022 siamo stati invitati dall'associazione di promozione sociale “Un Libro Come Terapia” di Luca Bentivogli, presso la zona periferica di Modena all’interno del ristorante “La Capannina”.

La giornata si è svolta con la presentazione dell’associazione e dei suoi obiettivi e con la partecipazione di autori e associazioni del territorio che contribuiscono a rendere la scrittura uno strumento di partecipazione e di terapia.

L'associazione ha tra i suoi obiettivi principali proprio la promozione della scrittura come mezzo terapeutico e si rende disponibile a valutare e a pubblicare gratuitamente le opere dei suoi iscritti. Una bella iniziativa che ci ha visto coinvolti nella lettura di alcune opere letterarie dei nostri ragazzi che hanno partecipato con grande entusiasmo, condividendo parte dei loro pensieri e dei loro sentimenti. Una giornata intensa ed emozionante che ci ha dato la possibilità di far conoscere la realtà di Campi D’Arte in altri territori e ad altre associazioni. La nostra partecipazione e collaborazione con “Un Libro Come terapia” sostiene l’idea fondamentale che la scrittura è strumento terapeutico per chi scrive e per chi legge.

Il pranzo, momento conviviale per eccellenza, ha creato ottime discussioni sul futuro, su possibili progetti collaborativi e sullo scambio culturale dei diversi attori presenti. Crediamo fortemente nella scrittura come forma d’arte, come strumento di integrazione, come veicolo per conoscersi meglio.

Qui sotto riportiamo le poesie dei nostri autori di Campi D’Arte:

 
Amicizia

(Gabriela Pirvu)

Come mangiare la pizza più buona al mondo,
come camminare sulla spiaggia vicino al mare,
come vedere il più colorato dei tramonti,
come stare sdraiati su un prato fiorito
scaldata dai raggi del sole di maggio.
L’amicizia è un mare di fiori.


Il dono più bello

(Salvatore Iavarone)

La cosa più bella dell’universo apparsa in un piccolo sorriso.
Dove c’è una rosa sbocciata in un campo aperto in quella avventura.
Esiste una rosa più bella dove tra tanti fiori non si può trovare,
in quel campo non potrei mai aver trovato un fiore così bello
in un campo tra tante rose,
ma tu sei davvero speciale.
In un angolo di tutto l’universo non riuscirei a scegliere altre rose,
dove passi tu ci sono rose che sbocciano,
tra tante ci sei tu.
Questa rosa che esprime la gioia del cuore
può solo sbocciare in un grande sorriso
e questo sorriso deve rimanere dentro di te.


Il Mercato di San Pietro

(Nicola Rossi) 

Sempre pieno di gente,
libertà di scelta,
tante chiacchiere e schiamazzi,
rumori forti e deboli,
odori che si mescolano,
vestiti colorati.
Io cammino e sono contento.


La giusta Pace

(Lorenzo Trebbi)

Litigare non fa bene,
avendo invece l’uso corretto di ricordi e di parole nella nostra memoria,
la pace arriva per tutti e per tutte.
La rovina della pace può essere la gelosia,
sento confusione e negatività dalla gelosia delle persone.
Alla fine, la pace arriva sempre,
perché prevale molto sulla gelosia.


La natura che risplende

(Giovanna Rosso)

La natura è come il mare
espande dentro di sé un maestoso bosco pieno di foreste,
è sole che rispecchia dal cuore della natura
che mostra un grande desiderio di colori vivaci,
pieni.
Quando sogni è come se la natura fosse dentro di te.


Piccolo Mondo Antico

(Fabio Carini)

Ora i sentieri polverosi sono strade asfaltate
e le vecchie case ora sono abbandonate,
mentre il silenzio è interrotto dal rombo dei motorini a cherosene,
dalle biciclette, da qualche macchina e dai pedoni,
mentre la natura racchiude nei suoi silenzi solo il canto degli uccelli,
gli alberi come testimonianza del passato emergono silenziosi.
Testimoni del passato,
ora i trattori sostituiscono i vecchi e pesanti aratri
e le vecchie stalle sono vuote
emerse tra i silenzi dei campi.
Il fiume dorme muto nel suo letto,
ora compaiono le nuove biciclette,
il sole brilla ancora
e gli alberi si tuffano come prigionieri nel silenzio
mentre in quel piccolo mondo antico,
in quella fetta di terra in cui il Savena si butta in Reno,
io ricordo il cuore dei miei nonni.

Ringraziamo la cooperativaAMICI di UN LIBRO COME TERAPIA che ci ha dato la possibilità di esprimere le nostre emozioni attraverso l'arte della scrittura contribuendo a future collaborazioni già in cantiere.

“La poesia è terapeutica sia per chi la scrive che per chi la legge”



Il sogno di Jo si è realizzato!!

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Tra il 13 e il 18 luglio 2002, Giovanna Rosso, atleta che frequenta il Centro Socio Occupazionale Manodopera della nostra Cooperativa, insieme al compagno di squadra Angelo ed al loro allenatore Claudio, hanno varcato l’oceano per raggiungere Birmingham in Alabama, dove ha potuto esibirsi di fronte al mondo intero.Tra il 13 e il 18 luglio 2002, Giovanna Rosso, atleta che frequenta il Centro Socio Occupazionale Manodopera della nostra Cooperativa, insieme al compagno di squadra Angelo ed al loro allenatore Claudio, hanno varcato l’oceano per raggiungere Birmingham in Alabama, dove ha potuto esibirsi di fronte al mondo intero.Per la prima volta nei WORD GAMES (una manifestazione che comprende di tutti gli sport esistenti, compresi quelli non riconosciuti a livello olimpico, che si disputa ogni 4 anni) è stato inserito tra le varie discipline il para Jujitsu, aprendo a tutti gli atleti del mondo questa nuova possibilità!Giovanna insieme ad Angelo e Claudio sono stati non solo i portabandiera dell’Italia, ma portabandiera dei valori di rispetto, coraggio e tenacia!Giovanna ha potuto esibirsi e conquistare un meraviglioso riconoscimento internazionale!! Ma il sogno continua…Da capitano della Nazionale Italiana di para Jujitsu sa che c’è ancora tanta strada, o meglio tanti tatami da affrontare, nella speranza che sempre più questo, come tutti gli sport, si diffondano e diventino occasione di crescita, divertimento soddisfazione davvero per tutti!!A destra il suo racconto della recente esperienza americana.

 

 



Ai World Games negli Stati Uniti d'America

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La mia esperienza negli Stati Uniti d’America è stata bella e anche divertente e mi è piaciuta parecchio. La mia esperienza negli Stati Uniti d’America è stata bella e anche divertente e mi è piaciuta parecchio. È stata una esperienza eccitante ed è stato molto bello e mi è piaciuto esserci. Non era la prima volta che andavo in America perché ci sono state altre volte con mia madre per andare da mio fratello che vive a Chigaco, ma questa volta era diverso: viaggiavo con il maestro di Jujitsu e con Angelo Zucchini. È stata una bellissima esperienza: indimenticabile.

Quando abbiamo fatto l’esibizione, nonostante fossi molto eccitata, sono rimasta tranquilla e dopo mi sentivo carica e soddisfatta di me!!! L’America è proprio una grande avventura e ci stavo bene, fin troppo bene!   È stata un’esperienza super e, tornata a casa ero orgogliosa di me. Quando abbiamo fatto l’esibizione, nonostante fossi molto eccitata, sono rimasta tranquilla e dopo mi sentivo carica e soddisfatta di me!!! L’America è proprio una grande avventura e ci stavo bene, fin troppo bene!   È stata un’esperienza super e, tornata a casa ero orgogliosa di me. Mia madre e Sara Malpighi (l’assistente famigliare) mi hanno abbracciato felici e contente di me.

 



BASKIN, IL BASKET COME NON LO AVETE MAI VISTO

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Da diverso tempo la parola d’ordine tra le tante attività svolteDa diverso tempo la parola d’ordine tra le tante attività svoltedalla nostra Cooperativa Sociale è MOTRICITA’. Alcuni momentipreposti durante la settimana hanno il focus dell’attività fisica,un’ottima occasione per muovere il corpo, tenersi attivi e concentrati, sperimentandosi ognuno con le proprie capacità, in relazione al gruppo dei compagni di lavoro: una risorsa preziosa che aiutaa trovare la carica per affrontare la giornata.Ma non ci siamo fermati qui, e un evento, un Torneo in Piazza a San Pietro in Casale ha rafforzato ancora di più questa convinzione.Il 5 Settembre è stata infatti una serata vissuta all’insegna dello sport e dell’inclusività, in Piazza a San Pietro in Casale insieme alla società Veni Basket all’interno del Trofeo Gallerani, abbiamo sperimentato il Basket in chiave del tutto differente: il BASKIN, lo sport dove regna la condivisione e la collaborazione della squadra per mandare tutti a realizzare il canestro. BASKIN = Basket inclusivo - Uno sport rivolto a ragazze e ragazzi, uomini e donne(di qualsiasi età), con o senza disabilità, che insieme possonoformare una squadra composta da persone con abilità tecniche e fisiche diverse, che giocheranno con avversari di pari abilità e fisicità come da regolamento ormai collaudato da alcuni anni.L’obiettivo è la condivisione e la collaborazione della squadra per mandare tutti a realizzare il canestro.

Così dopo quella bellissima serata, grazie alla preziosissima collaborazione del Veni Basket, abbiamo deciso di condividere il progetto del Baskin. Infatti tutti i mercoledì dalle 18.30 alle 19.30, si svolge l’allenamento. Così dopo quella bellissima serata, grazie alla preziosissima collaborazione del Veni Basket,  abbiamo deciso di condividere il progetto del Baskin. Infatti tutti i mercoledì dalle 18.30 alle 19.30, si svolge l’allenamentodi Baskin condotto dalla Veni Basket, presso lapalestra di via Conta 1 a San Pietro in Casale con una squadra di volenterosi atleti tra cui tanti della nosta Cooperativa. Un’occasione unica per stare insieme e fare squadra giocando, con la  guida ed esperienza degli allenatori della Veni Basket.  Non possiamo fare altro che ringraziare di CUORE tutti coloro che si sono spesi per organizzare questa bellissima iniziativa, in cui siamo stati coinvolti attivamente e nella quale ognuno si è sentito partecipe divertendosi un sacco, giocando!

 


 

L'Angolo di Davide

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INTERVISTA ad Anna Del Mugnaio

Dirigente dell’Area Servizi alla Persona dell’Unione Reno-Galliera
e Responsabile dell’Ufficio di Piano Distrettuale

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Siamo lieti di aver intervistato Anna Del Mugnaio, Dirigente dell’Area Servizi alla Persona dell’Unione Reno-Galliera e Responsabile dell’Ufficio di Piano Distrettuale, che proprio in questi giorni sta andando in pensione lasciando così il suo prezioso lavoro. L’abbiamo ringraziata e le abbiamo fatto i nostri migliori auguri e, ovviamente, le abbiamo fatto anche qualche domanda…

Innanzitutto, le chiediamo un breve resoconto - nonché un piccolo bilancio - della sua ricca esperienza lavorativa. 

Allora, per chi non dovesse conoscermi mi presento: sono Anna Del Mugnaio e per questi ultimi sette anni della mia carriera lavorativa ho lavorato nel territorio, dell’Unione Reno-Galliera come Dirigente dell’Area Servizi alla Persona e Responsabile dell’Ufficio di Piano Distretto Pianura Est. Sono arrivata qua nel 2015, dopo tanti anni di lavoro svolti nella Provincia di Bologna prima di diventare Città Metropolitana.
In Provincia mi sono occupata di formazione professionale e successivamente, a partire dagli inizi degli anni Duemila, di istruzione; in quel periodo sono entrate in vigore le leggi che hanno portato l’obbligo scolastico in Italia fino ai sedici anni.  Pian piano mi sono occupata poi di diversi ambiti: giovani, categorie protette, obbligo scolastico, integrazione tra scuola e formazione, diritto allo studio e integrazione scolastica delle fasce deboli.In Provincia mi sono occupata di formazione professionale e successivamente, a partire dagli inizi degli anni Duemila, di istruzione; in quel periodo sono entrate in vigore le leggi che hanno portato l’obbligo scolastico in Italia fino ai sedici anni.  Pian piano mi sono occupata poi di diversi ambiti: giovani, categorie protette, obbligo scolastico, integrazione tra scuola e formazione, diritto allo studio e integrazione scolastica delle fasce deboli.Durante quegli anni venne creato, ad esempio, l’Osservatorio sulla dispersione scolastica: abbiamo lavorato tanto sui temi dell’abbandono scolastico anche attraverso metodologie nuove. Insomma, sono stati anni molto ricchi e molto formativi.Nell’ultima parte del mio lavoro in Provincia invece sono passata a occuparmi di servizi sociali, dai piani di zona, alla programmazione sociale: c’era un assessore delegato proprio a queste materie. a occuparmi di servizi sociali, dai piani di zona, alla programmazione sociale: c’era un assessore delegato proprio a queste materie. Sempre in quegli anni ho diretto l’Istituzione Gian Franco Minguzzi, che si occupava e si occupa di salutementale e gestisce la Biblioteca della salute mentale: si tratta un fiore all’occhiello del nostro territorio, è un’istituzione gloriosa che prende il via dalla riforma della psichiatria in Italia e porta avanti un lavoro sia di archivio (legato alla memoria e alla storia) che di promozione di un’idea di benessere complessivo legato proprio alla salute mentale. Il Minguzzi è restato nel mio cuore e nella mia ispirazione professionale, grazie a tante cose che ho imparato durante quell’esperienza. Tutto questo dunque nei primi trentacinque anni del mio lavoro, mentre negli ultimi sette anni sono stata sia il Direttore dell’Area servizi alla persona dell’Unione Reno-Galliera sia ilResponsabile dell’Ufficio di Piano Pianura Est quindi delle politiche distrettuali. Naturalmente tante cose sono accadute anche in questi anni, sia per noi come enti locali sia nel mondo, a livello di trasformazioni.Innanzitutto, l’Unione Reno-Galliera è diventata una vera unione, perché gli otto comuni che ne fanno parte hanno deciso di gestire insieme tutte le funzioni che riguardano il sociale, la scuola, le politiche abitative, etc.: gestire insieme per me è stata una grande sfida, una cosa in cui ho creduto sempre molto, a prescindere dal fatto che le cose andassero meglio o peggio e a prescindere anche dalle delusioni. Ho sempre creduto che il welfare e le politiche di sostegno alle fasce deboli della popolazione abbiano bisogno di una dimensione più grande del Comune, perché un solo piccolo Comune non può far fronte alla complessità dei problemi che si vivono sui territori.In questi anni abbiamo fatto tante cose che vanno proprio in questa direzione: tutti i Comuni insieme hanno un’unica rete di sportelli per il cittadino, i nidi sono una rete di servizi integrati, l’accesso è garantito in tutte le parti del territorio, si lavora sull’equità, sull’accesso per tutti in tutti i punti con degli standard uguali per tutte le persone. Non ci si riesce ovviamente sempre, però questa è l’ispirazione. sportelli per il cittadino, i nidi sono una rete di servizi integrati, l’accesso è garantito in tutte le parti del territorio, si lavora sull’equità, sull’accesso per tutti in tutti i punti con degli standard uguali per tutte le persone. Non ci si riesce ovviamente sempre, però questa è l’ispirazione.

Nel nostro lavoro di educatori abbiamo più volta constatato che lavorare in “rete” è una modalità di lavoro assolutamente virtuosa, proficua oltre che necessaria…

Il lavoro di Rete era e resta un obiettivo e secondo me stiamo andando in questa direzione. Il welfare è ancora su base comunale e le risorse sono quelle dei Comuni: c’è il Comune più ricco, quello meno ricco, il Comuneperiferico il Comune più centrale etc. Per noi è uno sforzo continuail ricondurre tutto a una dimensione di equità di accesso e diopportunità per i cittadini. La dimensione Distrettuale è una dimensione ancora più grande, perché comprende quindici Comuni e comprende anche i Comuni delle “Terre di Pianura” (Baricella, Molinella, Malalbergo, etc.). Il Distretto è diventato in questi anni una vera e propria dimensione amministrativa, anche se non lo è formalmente nella normativa perché non ha le competenze di un Comune o di una Unione di Comuni. Il Distretto è un luogo di governance condivisa: ci si metted’accordo, si fanno politiche condivise. L’Ufficio di Piano, che possiamo considerare lo strumento operativo del Distretto, nel tempo ha avuto su di sé dei veri e propri compiti amministrativi, come ad esempio tutto il Piano Povertà che è stato gestito dall’Ufficio di Piano, così come i fondi ministeriali per la promozione del Servizio Sociale Territoriale, e come i bandi per l’affitto, insieme a tante altre cose.Il Piano di Zona ha l’obiettivo di portare avanti politichedistrettuali: progetti e servizi rivolti a tutta la popolazione del territorio.In sintesi, la finalità di questi ultimi sette anni è stata LACOSTRUZIONE DI UN WELFARE TERRITORIALE UGUALE PER TUTTI E ALLA PORTATA DI TUTTI. Alcune normative sono andate in questa direzione, mentre altre non ci hanno tanto aiutato e le politiche attuate si sono rivelate frammentate e spezzettate.

Com’è stato il suo rapporto con la nostra Cooperativa Sociale?

Quando sono arrivata su questo territorio la vostra CooperativaQuando sono arrivata su questo territorio la vostra Cooperativaera già presente e non posso di certo prendermi il merito io di averla fatta diventare quello che è ora. Era già una realtà che percepivo come punto di riferimento, ma lo era anche per icittadini. Quando si parlava di una qualsiasi cosa si diceva sempre“Sentiamo cosa ne pensano a Campi d’Arte!”. Il rapporto con voi rappresenta emblematicamente la dinamica virtuosa chedovrebbe innescarsi tra istituzioni e Terzo Settore.

Bisogna cioè andare sempre di    più nella direzione in cui il TerzoSettore non sia un semplice gestore deiservizi ma macro-progetti e co-gestisca insieme alle istituzioni i servizi e il welfare territoriale.Il rapporto con Campi d’Arte è sempreandato proprio in questa direzione.Al territorio servono soggetti come Campid’Arte e ce ne sono diversi: sono quelle realtà che non rappresentano dei semplici gestori, mahanno una reale percezione della realtà, fanno un monitoraggio sui bisogni e hanno idee.

È con questo tipo di soggettività che bisogna prendere delle decisioni. Per fortuna il  quadro si è evoluto e spero che questo tipo di collaborazioni crescano in maniera più sistematica. Questa logica già si percepiva ed era nell’aria su questo territorio, e Campi d’Arte (che è una realtà all-local fino in fondo), ne è caratterizzata in modo particolare. La conoscenza del territorio di chi lavora nella vostra Cooperativa è un vero e proprio punto di forza che con gli anni si è consolidato. Quello che ho visto in voi è la capacità diÈ con questo tipo di soggettività che bisogna prendere delle decisioni. Per fortuna il  quadro si è evoluto e spero che questo tipo di collaborazioni crescano in maniera più sistematica. Questa logica già si percepiva ed era nell’aria su questo territorio, e Campi d’Arte (che è una realtà all-local fino in fondo), ne è caratterizzata in modo particolare. La conoscenza del territorio di chi lavora nella vostra Cooperativa è un vero e proprio punto di forza che con gli anni si è consolidato. Quello che ho visto in voi è la capacità diinnovarsi, di ampliare il target e la progettualità. Quando sono arrivata su questo territorio, Campi d’Arte mi è stata presentata come una realtà che si occupava di disabilità, in un modo originale:organizzava i club del sabato, i laboratori teatrali, etc.

Non portava avanti i servizi in modo tradizionale, ma era già orientata verso un’idea di progetto di vita relativa alla persona con disabilità.Un’ esperienza mi è rimasta in mente, che per me è stata molto forte: ho assistito a una performance di un laboratorio teatrale nell’ambito del Progetto Agorà, diversi anni fa, di cui ha fatto parte Campi d’Arte, coinvolgendo operatori e utenti in una modalità molto efficace A Bologna con l’Istituto Minguzzi avevo già fatto diverse esperienze di teatro sociale anche nell’ambito della disabilità, ma vederlo realizzato in questo territorio, in una location particolarissima (eravamo nelle sale del Palazzo Comunale di Pieve di Cento) mi emozionò molto.
Pian piano Campi d’Arte è diventata partner anche sul fronte dei minori: un tipo di partenariato in evoluzione ed espansione, capace sempre di pensare e agire cose nuove. Ho partecipato all’inaugurazione della Comunità educativa diurna per minori a Pieve di Cento, una struttura davvero molto bella e di grande importanza. A breve ci auguriamo di inaugurare anche i locali dell’ex stazione di Pieve di Cento, un progetto che ho visto nascere e crescere e mio auguro che anche in questo contesto possiate portare la vostra capacità innovativa. È un progetto che ho nel cuore perché dovrebbe diventare una dei poli del “Centro per le famiglie” distrettuale, che considero uno dei progetti leader di questi anni. Anche il “Centro per le famiglie” ovviamente dovrà essere concepito e agito in maniera reticolare e coinvolgere un numero ampio di Comuni: ogni struttura, ogni punto della rete dovrà avere piena consapevolezza della dimensione complessiva, non solo di quella particolare e specifica. Insomma, minori, disabilità, “Dopo di noi”: sono tanti i temi con cui dovrete essere bravi a continuare a fare sintesi – anche dal punto di vista culturale – di tutte le cose belle che fate e pensate.

Guardando al futuro e considerando anche il nostro territorio, c’è da preoccuparsi o si può essere ottimisti?

Sicuramente questo che stiamo vivendo è un momentaccio: dopo due anni di Covid è arrivata anche la guerra. Vado in pensione consapevole di non lasciare una situazione stabilizzata, ma invece molto incerta: tutto sembra essere un po’ a rischio, anche il lavoro che è stato fatto negli anni scorsi. Sicuramente questo che stiamo vivendo è un momentaccio: dopo due anni di Covid è arrivata anche la guerra. Vado in pensione consapevole di non lasciare una situazione stabilizzata, ma invece molto incerta: tutto sembra essere un po’ a rischio, anche il lavoro che è stato fatto negli anni scorsi. Sicuramente dal punto di vista dei bisogni andiamo verso una dimensionein cui l’esigenza di “cura” diventa sempre più importante (lo abbiamo imparato bene durante il Covid, che ci ha scoperto fragili e interdipendenti). C’è bisogno di prendersi più cura gli uni degli altri per riuscire a tenere una comunità in salute e solida. Sicuramente c’è bisogno di maggiore impegno, soprattutto perché siamo nel pieno di una crisi economica grave. Ci sono però anche dei segnali positivi, come le risorse del PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ed altri interventi che contribuiranno a dare una mano. Io credo che nelle fasi difficili come questa che stiamo ancora vivendo, occorra rinsaldare il patto tra Istituzioni, Terzo Settore, Associazioni delle persone con fragilità e Famiglie, rafforzando proprio le dinamiche di lavoro in rete e in sinergia che si sono già sperimentate con successo sul nostro territorio.fragili e interdipendenti). C’è bisogno di prendersi più cura gli uni degli altri per riuscire a tenere una comunità in salute e solida. Sicuramente c’è bisogno di maggiore impegno, soprattutto perché siamo nel pieno di una crisi economica grave. Ci sono però anche dei segnali positivi, come le risorse del PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ed altri interventi che contribuiranno a dare una mano. Io credo che nelle fasi difficili come questa che stiamo ancora vivendo, occorra rinsaldare il patto tra Istituzioni, Terzo Settore, Associazioni delle persone con fragilità e Famiglie, rafforzando proprio le dinamiche di lavoro in rete e in sinergia che si sono già sperimentate con successo sul nostro territorio. Bisogna rinsaldare questo patto di co-gestione e co-progettazione,uscendo definitivamente da un’ottica di frammentazione dei finanziamenti e di competizione fra i soggetti. Molte delle fatiche che abbiamo incontrato sono anche dovute a una modalità sbagliata di finanziare i progetti, che non garantisce continuità e non offre certezze. Occorre infatti ridurre al minimo le incertezze, per costruire invece un patto forte fra i soggetti coinvolti, un budget condiviso fra sociale e sanitario. Il mio è un messaggio rivolto soprattutto agli amministratori, perché questa cosa deve essere capita fino in fondo e senza esitazioni: dal livello regionale a quello comunale devono cessare i localismi e gli individualismi. Allo stesso tempo anche il Terzo Settore deve fare un salto netto in questa direzione, facendo proposte senza tirarsi indietro. Non è facile ma “ce la si può fare” soltanto se Istituzioni, Terzo Settore e Comunità saranno molto uniti. Guardando oggi  alla situazione internazionale non è facile, con una continua minaccia di guerranucleare, ma bisogna andare avanti e guardare comunque confiducia  e coraggio il futuro.