Campi News - N.5 Giugno 2019
Indice articoli
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Carissimi,
in occasione degli imminenti festeggiamenti
per il 15 anniversario di Campi d'Arte,
vi presentiamo il numero di "Campi NEWS" di Giugno:
con le ultime novità del mese, informazioni su nuovi progetti, interviste e tanto altro!
COOPERIAMO DA 15 ANNI!
Campi d'Arte compie gli anni, un'importante traguardo in ambito cooperativo
E’ con gioia che vogliamo condividere con voi questo traguardo importante, i 15 anni dalla fondazione della Cooperativa Sociale Campi d’Arte, un occasione per festeggiare insieme e fermarsi per ricordare la strada percorsa finora.
CAMPI D’ARTE nasce nel 2004 da persone che hanno a cuore la comunità e hanno deciso di mettere in comune attivamente le esperienze maturate negli ambiti della formazione professionale, del sociale e dell’artigianato. L’obiettivo primario era creare un’attività che avesse come focus la promozione della persona attraverso il lavoro e l’inclusione sociale. I Soci fondatori erano 10 di cui 7 donne e 3 uomini.
La Cooperativa diventa ufficialmente attiva sul Territorio di S. Pietro in Casale dal 2006 con il suo primo servizio educativo: Il Laboratorio Protetto Manodopera che accoglie giovani e adulti con disabilità, provenienti da San Pietro e dai Comuni limitrofi.
Da allora la Cooperativa ha registrato un forte sviluppo attivando numerosi servizi rivolti alle persone con disabilità, tra cui I CLUB del SABATO, I SOGGIORNI ESTIVI, l’ATTIVITA’ TEATRALE e I PROGETTI DIDATTICI PER LE SCUOLE.
Nel 2008 si è trasferita a Sant’Alberto una frazione del Comune di San Pietro in Casale, e nel 2010 si è sviluppato anche il settore educativo MINORI che opera per contrastare la dispersione scolastica e sostenere minori e famiglie in difficoltà, attraverso interventi educativi personalizzati, finalizzati al reinserimento.
Il sisma del 20 maggio 2012 ha cambiato la nostra storia: la sede di Sant’Alberto ha subito danni ingenti ed è stata da subito dichiarata inagibile. Già due giorni dopo ci siamo messi in moto organizzando lo sgombero e grazie alla grande generosità di due aziende che ci hanno dato ospitalità, abbiamo potuto depositare il tutto nei loro magazzini in attesa di sapere cosa fare. Il Comune di San Pietro in Casale ci ha messo temporaneamente a disposizione alcuni locali presso il Centro giovanile, ed una settimana dopo il 20 maggio, abbiamo ripreso le nostre attività accogliendo nuovamente le persone con disabilità che frequentavano il Laboratorio Manodopera.
Dopo aver valutato diverse possibilità abbiamo capito che l’unica possibile soluzione era la costruzione di una nuova sede. Abbiamo subito iniziato a lavorare al progetto per affrontare una grande SFIDA: realizzare una struttura sostenibile dal punto di vista ambientale, energetico e soprattutto economico. Quando il terremoto ci ha portato via la nostra sede, abbiamo deciso di rilanciare con una sfida: non mollare ma credere nel futuro che avremmo potuto costruire insieme.
Il 12 Aprile 2014 con grande gioia e grazie all’aiuto che è arrivato da tutti coloro che lo hanno reso possibile, la Cooperativa Sociale Campi d’Arte ha inaugurato la nuova sede in Via della Cooperazione 11/B a San Pietro in Casale (Bo).
E da quel momento c’è stato un forte incremento del settore educativo e della organizzazione interna.
Oggi la Cooperativa opera su tutta la pianura est bolognese principalmente su due settori di riferimento: A - SERVIZI EDUCATIVI con interventi personalizzati, con l’obiettivo di lavorare per superare le condizioni di svantaggio che rischiano di escludere dal tessuto sociale persone che vivono situazioni di fragilità, e B – PRODUZIONE, realizzando prodotti artigianali destinati al mercato, per diffondere un commercio etico e solidale, che valorizzi e rispetti chi produce e promuova la responsabilità sociale di chi acquista. Da sempre ciò che anima il nostro agire segue un percorso ricco di valori ben precisi come: aiutare chi ci viene affidato prendendoci cura delle rispettive fragilità, dare risposte ai bisogni del territorio anche attraverso l’occupazione e l’inserimento lavorativo, “Far stare meglio e stare meglio”, ma soprattutto, accompagnare le persone nella loro crescita, facendo della condivisione della propria diversità un punto di forza.
Vogliamo Quindi Festeggiare Perché Abbiamo Ancora Desiderio Di Prenderci Cura Di Chi È In Difficoltà E Perché Desideriamo Farlo Ancora Insieme.
Essere Stati Ed Essere Ora Cooperativa Per Noi Significa Questo: Essere Insieme.
ESSERE PARTE DI UNA COOPERATIVA SOCIALE SIGNIFICA ESSERE DEI SOGNATORI, AVERE NEL CUORE LA COSTANTE SPERANZA CHE UN MONDO MIGLIORE È POSSIBILE, MA SOPRATTUTTO CHE È POSSIBILE REALIZZARLO A PARTIRE DALL’IMPEGNO DI CIASCUNO DI NOI. GRAZIE ALLORA, A TUTTI COLORO CHE CI HANNO ACCOMPAGNATO, E CHE CONTINUERANNO AD ACCOMPAGNARCI IN QUESTO CAMMINO!
UNPOSTOAPPOSTA
Lo scorso sabato 30 marzo, a Pieve di Cento - al pianterreno di uno degli storici palazzi affrescati del centro, in via Galluppi 23 - abbiamo inaugurato un nuovo spazio: “Un posto apposta”. E’ una nuova struttura della cooperativa Campi d’Arte che ospiterà diversi servizi: interventi educativi, incontri protetti, progetti di socializzazione per adolescenti, etc.
Questa sede sarà in primo luogo una comunità educativa diurna che potrà ospitare bambini e ragazzi. Si tratta di un luogo nato per rispondere a specifici bisogni di famiglie e minori in difficoltà, che sul territorio mancava e che ci auguriamodi rendere il più possibile accogliente, funzionale e professionale; come sempre, in sinergia e condivisione con la cittadinanza, i servizi sociali, gli enti, le associazioni e le istituzioni locali.
UNA BUSSOLA PER IL DOMANI
Il progetto “UNA BUSSOLA PER IL DOMANI - edizione 2019” nasce con l’obiettivo di dare continuità ad un nuovo strumento sperimentato nell’anno scolastico 2017/18 per contrastare la dispersione scolastica. Anche sul territorio bolognese del Distretto Pianura Est si registrano preoccupanti episodi di abbandono scolastico. Da un costante confronto con il territorio è nata l’idea del progetto. La Cooperativa Sociale Campi d’Arte ha partecipato al progetto distrettuale “Giovani al Centro”, inserito nella programmazione del Piano di Zona, che aveva l’obiettivo di costruire forme consolidate di raccordo e confronto territoriale tra Istituzioni e terzo settore, per identificare i bisogni dei giovani del nostro territorio. In questa ottica nasceva il progetto “UNA BUSSOLA PER IL DOMANI” che, ispirandosi al modello dei servizi S.A.S. (Servizio Aggancio Scolastico) presenti in Belgio, ha offerto a pre-adolescenti e adolescenti in evasione scolastica o in una condizione di fragilità, un’occasione per riflettere, rafforzarsi e reinserirsi nel proprio percorso formativo.
I S.A.S. lavorano contemporaneamente su diversi ambiti (scolastico, familiare, sociale), considerando il giovane nella sua globalità. Quest’anno abbiamo offerto ai ragazzi dei laboratori espressivi ed esperienziali che potessero essere valorizzati anche nel contesto didattico e che potessero soprattutto, essere un’occasione per mettersi in gioco sperimentando, scoprendo ed esprimendo abilità e competenze che non sempre riescono ad emergere nel contesto scolastico. Quindi oltre ad un supporto sul piano più strettamente didattico, i ragazzi hanno avuto modo di partecipare ad un Laboratorio di Grafica, di Assemblaggio PC, Teatrale, di Realizzazione di Maschere di Gesso e di musica Hip Hop in cui è stata realizzata ed incisa una canzone rap. Nella realizzazione del progetto “UNA BUSSOLA PER IL DOMANI” Campi d’Arte si è avvalsa della collaborazione di partner come Cooperativa Sociale la Carovana, ilCentro di Formazione Professionale Futura, l’Associazione Quore e di Professionisti di diversi settori in qualità di esperti tecnici.
I LABORATORI DI CAMPI D'ARTE NELLE SCUOLE
INTERVISTA a ANNA TADDIA Educatrice dI Campi d’Arte
Campi d’Arte fra, le altre cose, realizza anche dei laboratori nelle scuole, attraverso specifici progetti. In cosa consistono questi progetti?
Sono progetti didattici per le scuole che realizziamo in pratica tutti gli anni, alcuni in collaborazione con Geovest (l’agenzia che si occupa sul territorio dei servizi per l’ambiente). Con Geovest, in particolare, realizziamo progetti sul riciclaggio: loro si occupano di una prima fase teorica, in cui viene spiegata l’importanza della raccolta differenziata e del recupero dei materiali, mentre noi come Campi d’Arte subentriamo in un secondo momento occupandoci della parte pratica. Con l’aiuto prezioso di alcune persone con disabilità che lavorano presso il nostro laboratorio artigianale, spieghiamo concretamente realizzando dei veri e propri manufatti come si possano riutilizzare degli oggetti che normalmente sarebbero considerati rifiuti. C’è anche l’obiettivo di stimolare la fantasia degli studenti coinvolti: noi gli proponiamo qualche modello, ma poi li invitiamo ad ingegnarsi per realizzare quello che gli stuzzica la fantasia.
Che tipo di materiali solitamente utilizzate?
Solitamente utilizziamo i tappi delle bottiglie, i vasetti dello yogurt, bottiglie di plastica, cd, vecchi calzini bucati, gli scarti delle nostre lavorazioni di feltro e di gomma, etc… Il materiale viene portato sia dai bambini che da noi. Con questo materiale costruiscono degli oggetti che poi porteranno a casa, con l’auspicio e l’invito a replicare questo “gioco” anche a casa. L’obiettivo è infatti che imparino a guardare i rifiuti ma in generale tutti gli oggetti con uno sguardo più curioso, che vada oltre gli stereotipi. Ad esempio, se ci si ferma alla prima impressione, un tappo viene considerato solo come tappo che serve per chiudere una bottiglia ma, se lo si guarda da un altro punto di vista e con uno sguardo più curioso, questo può diventare l’occhio di una marionetta o un decoro per un altro qualsiasi oggetto.
Quali scuole vengono coinvolte in questi progetti?
Questi progetti sono rivolti alle scuole di ogni ordine e grado presenti sul nostro territorio. Li realizziamo principalmente nelle scuole primarie (elementari), ma ci è capitato anche di allestirli in scuole dell’infanzia oppure in enti di formazione professionale.
Da quanti anni vengono realizzati questi progetti?
Realizziamo questi progetti con successo ormai da diversi anni.
Quest’anno abbiamo aggiunto anche un progetto che prevede il riutilizzo di abiti dismessi (rotti o macchiati), destinati ad andare nei rifiuti. Viene spiegata agli alunni l’importanza di non buttare gli abiti inutilizzati nell’indifferenziato: quelli raccolti nelle apposite campane, vengono selezionati da cooperative, distinguendo quelli che possono essere ancora utilizzati (che vengono, ad esempio, rivenduti nei negozi di abiti usati) da quelli invece che sono effettivamente inutilizzabili, ma che appositamente rilavorati, possono servire da imbottitura o altro.
Anche in questo caso, proponiamo ai bambini un laboratorio dove realizzare oggetti a partire da abiti non più utilizzati. Il concetto rimane sempre lo stesso e gli obiettivi i medesimi: salvaguardare l’ambiente, dare spazio alla creatività e valorizzare le competenze di chi viene considerato solo disabile.
Non è solo, quindi, un progetto didattico sul riciclaggio...
Nella realizzazione dei laboratori non vado a scuola da sola, ma sono accompagnata da persone con disabilità che lavorano nel nostro Laboratorio. Come me, anche loro sono lì a disposizione dei bambini, per spiegargli come realizzare gli oggetti e per aiutarli concretamente durante il laboratorio.
I ragazzi con disabilità diventano dei veri e propri maestri. In questo modo, vorremmo anche gettare un seme per vincere un altro stereotipo: quello che le persone con disabilità siano solo persone incapaci.
Con gli allievi delle scuole ragioniamo su che cosa voglia dire essere abili o disabili, facendo dire a loro in quali attività sono capaci e abili e in quali invece no. A quel punto è facile dimostrare come ciascuno di noi sia in grado di fare alcune cose, ma non è in grado di farne altre ed è normale che sia così. In pratica cerchiamo di far capire loro che non si può giudicare una persona sulla base delle cose che non sa fare, ma, al contrario, bisogna valorizzare quelle cose in cui è brava e cercare di far emergere per ciascuno il proprio spazio di espressione.
Con i nostri laboratori vorremmo che i bambini facessero un’esperienza positiva della disabilità, vedendo queste persone non solo in grado di lavorare ma anche di insegnare e trasmettere competenze.
IMMOBILIARE SAN PIETRO: UN'AGENZIA PER LA CASA, MA NON SOLO...
INTERVISTA a ROBERTO MANFERDINI Presidente del gruppo Immobiliare San Pietro
Sul nostro territorio ci sono aziende che, oltre a impegnarsi nell’ambito delle professionalità e delle competenze, dimostrano anche di mettere in campo passione e di essere portatrici di importanti valori. Campi d’Arte, non a caso, da anni ha il sostegno di una di queste aziende, l’Immobiliare San Pietro. Abbiamo incontrato e intervistato Roberto Manferdini, presidente proprio del Gruppo Immobiliare San Pietro, il quale ha cordialmente risposto alle nostre domande.
Che cos’è l’Immobiliare San Pietro e quali sono le sue principali caratteristiche?
L’immobiliare San Pietro innanzitutto era il mio sogno da quando avevo vent’anni. Io vengo da una formazione tecnica e il mondo dell’edilizia lo consideravo da un punto di vista tecnico e non vi riscontravo le passioni e gli interessi a me cari: io volevo dare risposte a un mercato che non c’era e operare intermediazione immobiliare, creando un referente di supporto e assistenza al cliente nel momento dell’acquisto di una casa. Questa figura sul territorio mancava. Allora c’erano i cosiddetti “mediatori di piazza”, persone che avevano altissime capacità relazionali, ma qualità tecniche molto basse. Spesso si inducevano le persone a fare acquisti che successivamente si sono rivelati sbagliati. Io, lavorando nell’area tecnica, mi rendevo conto dell’incosapevolezza di molte persone al momento dell’acquisto di un immobile. Un’inconsapevolezza prorio rispetto agli aspetti tecnici. Ovviamente questa inconsapevolezza derivava dal fatto che nessuno gli aveva fatto notare le cose giuste al momento dell’acquisto dell’abitazione. L’Immobiliare San Pietro è nata quindi nel 1986, ho iniziato da solo, poi in coppia e poi in tre. Il passaggio alla terza persona che mi ha affiancato in questa impresa è stato decisivo, perchè è lì che ho imparato a gestire i conflitti.
Ero molto giovane, ma ho capito da subito l’importanza dell’empatia e di mettersi nei panni degli altri, a partire proprio dai miei collaboratori. Da lì pian piano il gruppo è cresciuto fino a diventare oggi una squadra organizzata, con dei ruoli ben precisi e degli schemi funzionali. Le caratteristiche principali della nostra azienda vanno considerate a partire dal fatto che la nostra non si è affermata come una semplice agenzie immobiliare, che si occupa di trovare una casa da comprare a chi ne ha bisogno oppure di venderla a chi ha necessità di vendere. Mi sono infatti reso subito conto che c’era necessità di occuparsi anche di tutti quegli aspetti che venivano trascurati: trasloco, ristrutturazione, arredamenti, assicurazione, mutuo, etc… Ho quindi semplicemente fatto in modo che la nostra impresa gestisse tutte queste cose insieme (in maniera diretta o attraverso partnership di mercato fatte da artigiani e/o professionisti selezionati). Oggi si può tranquillamente affermare che l’Immobiliare San Pietro è una vera e propria agenzia “per la casa”, non una semplice agenzia immobiliare.
Casa e territorio, quindi, come punti di riferimento fondamentali…
Esattamente. Ecco noi crediamo che questi due punti di riferimento debbano intrecciarsi a un valore altrettanto fondante per il nostro gruppo: la vicinanza, intesa proprio come vicinanza alle persone. Oggi, rispetto a quando ho cominciato, riesco a mettere a fuoco molto meglio la nostra mission, che ha uno scopo ben preciso: il benessere, non solo nostro, ma anche degli altri. E’ questo che mi spinge a sostenere e a mettere in campo importanti iniziative per il territorio e per i giovani.
Ad esempio, per quanto riguarda le esigenze dei giovani, sono partito considerando quella di mia figlia nell’ambito dell’orientamento al lavoro: da lì è nata infatti l’idea di dar vita a “Junior Academy”, che si è tradotta in un sostegno concreto alle scelte di molti adolescenti; non a caso molti genitori si sono resi conto dell’importanza del nostro supporto e ci hanno ringraziato.
La collaborazione con Campi d’Arte quando e nata? Come mai proprio con Campi d’Arte?
La collaborazione con Campi d’Arte è nata nel 2012, purtroppo è nata a causa del terremoto. Loro si trovavano in una sistemazione di emergenza e io sono andato da loro con mia moglie per fare acquisti natalizi. Ho visto i loro occhi ho visto gli occhi della Presidente e li ho riconosciuti: sono gli occhi che ho anche io quando mi occupo di qualcosa con passione. Ho visto l’entusiasmo che ci mettevano ad aiutare dei ragazzi che si trovano in difficoltà e, a ripensarci mi viene ancora la pelle d’oca, mi sono sentito in dovere di fare qualcosa e di aiutarli in qualche modo. Mi son sentito investito di una particolare responsabilità sociale e, a partire dal 2012, gli diamo costantemente una mano e continueremo dargliela.
Un augurio particolare per il futuro che ti senti di fare?
Lo faccio per il nostro territorio, sperando che tutti coloro che hanno la possibilità di farlo, lo aiutino e lo sostengano concretamente. Mi rivolgo in particolare agli imprenditori: se ciascuno di noi fa qualcosa, anche di piccolo, siamo davvero capaci di far cambiare le cose. Ad, esempio, un anno e mezzo fa, con un progetto che si chiama “La via del cuore”, abbiamo regalato 6 defibrillatori a diversi comuni del nostro territorio e abbiamo fatto in modo che molti cittadini imparassero a utilizzarli. Il risultato concreto è che si è salvata una vita a Castel Maggiore e tante ancora se ne possono salvare. Piccole cose, ma che se sommate possono diventare davvero significative. Un’azienda può sopravvivere e affermarsi anche nel rispetto dei valori che fanno bene alla collettività.