Campi News - N.7 Aprile 2020 - Una storia comune
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Una storia comune
Siamo davvero tutti collegati. Non ci sono esistenze che non siano in qualche modo legate in questo mondo.
Il Coronavirus ce lo ha dimostrato senza troppe spiegazioni…
Abbandonata decisamente l’idea del non mi coinvolge, non mi riguarda, domandiamoci quindi piuttosto cosa posso fare io?
Tante persone in questo momento di isolamento si trovano con carichi pesanti, già la limitazione lo è, ma dal nostro piccolo osservatorio siamo consapevoli di tante famiglie in difficoltà, dove relazioni fragili o difficili sono messe a dura prova in questa fase di isolamento sociale e di mancanza di supporto, o dove famiglie e persone con disabilità si sono viste stravolgere routine tanto faticosamente costruite nel tempo.
Che fare allora?
Certamente chi più è vicino per motivi professionali o istituzionali a queste situazioni deve cercare di dare risposta e mettersi in moto, e questo ve lo assicuro lo si sta facendo davvero, insieme, Istituzioni e Terzo settore, Cooperativa e Servizi, sin dal primo momento… ma forse è possibile fare altro, far di più, fare tutti…
I problemi, le difficoltà coinvolgono tutti e per questo sono problemi comuni che possono e devono avere soluzioni che nascono da AZIONI COMUNI!!
E comuni in questo caso significa molto…Comuni perché ricercate insieme. Comuni perché agite insieme. Comuni perché quotidiane e semplici.
Tante volte in questi giorni siamo stati invitati dalle voci più autorevoli, a offrire il nostro sostegno o il nostro aiuto ai vicini di casa anziani che non potevano uscire, andando oltre l’abitudine che spesso riduceva i nostri rapporti al saluto del buongiorno o buonasera. Una cosa semplice, banale, ma al tempo stesso rivoluzionaria.
Sì, perché rivolta, ribalta la visione: l’altro ha bisogno di me… anche se io (apparentemente) non ho bisogno di lui.
Ecco, sentire questo, sentire che altri hanno bisogno di noi, che noi possiamo dare aiuto, superando la paura che ci fa dire "io non c’entro"…
Questo sentire ha un nome semplice, tanto usato, che sembra doverci sempre portare lontano o altrove, ma che invece possiamo vivere già fra le mura domestiche e con i nostri vicini…SOLIDARETA’.
Allora, certamente non elimineremo il virus, non risolveremo le difficoltà che tante famiglie e tante persone fragili stanno vivendo, non accorceremo il tempo di questo isolamento, ma forse, almeno un pochino, renderemo le relazioni, il tempo nostro e di chi in qualche modo entra in contatto con noi o ci vive vicino, migliore, più umano, arricchito dall’idea che “qualcuno si è accorto di me”. Prendersi cura di qualcosa, di qualcuno ha un valore che va aldilà del gesto stesso, di ciò che viviamo ora. Al di là di chi l'ha compiuto, è un gesto che resta, che costruisce, che non finisce… è un piccolo gesto ma diventa bene, bene comune.
IL BENE COMUNE è certamente l’obiettivo delle Istituzioni, il motivo per cui nascono le Cooperative Sociali, ma non lo possono e non lo potranno, né ora né mai, perseguire e raggiungere da sole.
Ciascuno secondo quanto è chiamato a fare, quanto è in grado di fare… faccia. E che questo possa essere, un tempo che faccia fiorire comunità nuove, comunità unite più attente e solidali, perché tutti viviamo meglio se ci sentiamo accolti, utili, necessari e non soli. Parte di qualcosa… di più grande …una comunità!
Una comunità che costruisce il proprio presente e il proprio futuro, costruisce semplicemente una piccola grande STORIA COMUNE.